Tre anni senza don Vincenzo Sorce
Tre anni senza don Vincenzo Sorce

Tre anni senza don Vincenzo Sorce

di Giorgio De Cristoforo

Estratto da EMMAUS GENNAIO/FEBBRAIO 2022

Venerdì 4 marzo cade il terzo anniversario della scomparsa improvvisa di don Vincenzo Sorce, fondatore e storico presidente di Casa Rosetta. Abbiamo voluto evitare eventi celebrativi, che poco aggiungerebbero all’operosa continuità che ogni giorno qui siamo tutti impegnati a realizzare. In questi giorni bellicosi di cupa inquietudine, peraltro, ogni manifestazione rischierebbe d’apparire retorica stonata. Ricorderemo dunque don Vincenzo nella maniera a lui più appropriata: con la preghiera, partecipando alla celebrazione della Messa, ciascuno dove vorrà ma sicuramente con unità di cuore e di intenti. Don Vincenzo non è più fisicamente tra noi, ma la sua presenza è nell’azione quotidiana di Casa Rosetta e di ogni struttura dei centri di riabilitazione, delle comunità terapeutiche, delle comunità alloggio per minori, delle case-famiglia per disabili psichici, del laboratorio di genetica, dei corsi universitari in affiliazione alla Pontificia Auxilium, della formazione, della missione di Tanga. “E sicuramente dal Cielo don Vincenzo continua, senza parole ma con grande forza spirituale, a raccomandare a Dio la sostenibilità di queste opere tutte rivolte alla cura e al sostegno delle persone più fragili; e a indicare a noi la prospettiva e la strada da non smarrire.
In tre anni Casa Rosetta ha dovuto adeguarsi per vivere senza più il riferimento totale e totalizzante dell’ideatore, fondatore, moltiplicatore inesauribile di fronti d’impegno, tenacissimo e competente stimolatore o elaboratore egli stesso di progetti di ricerca dell’eccellenza con il miglioramento della qualità dei servizi, prete inesauribilmente votato all’opzione per gli ultimi, e naturalmente storico presidente dell’Associazione.
Da “monocrazia carismatica” l’Associazione ha dovuto costruirsi la trasformazione in azienda “normale”, con una struttura ordinata per ruoli, competenze, gerarchie, responsabilità, procedure interne. E ha dovuto reimpostare il bilancio, anche in vista delle nuove norme sul terzo settore (che ci ha indotto ad alcuni aggiornamenti dello statuto che hanno rafforzato la missione, l’identità, il retroterra spirituale ancorché non confessionale). E ha dovuto puntare decisamente all’equilibrio dei conti che è garanzia di sostenibilità nel lungo periodo. E in tutto questo è stata costante priorità l’attenzione per i dipendenti, con il pieno e puntuale rispetto dei loro diritti contrattuali. Molto lavoro è stato fatto, grazie all’aiuto competente e prezioso di molti collaboratori interni ed esterni. Molto lavoro c’è ancora da fare. Speriamo di farlo bene, e preghiamo tutti insieme il Signore di guidarci. E preghiamo don Vincenzo di intercedere per la “sua” opera.

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