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Le ospiti de “La Ginestra” si raccontano
in un video che la FICT ha pubblicato in rete
La Comunità La Ginestra di Casa Rosetta ha realizzato un video che riassume alcune immagini della vita e delle attività interne in questo periodo. Il video è stato apprezzato dalla FICT (Federazione italiana comunità terapeutiche) che lo ha inserito nel web nel proprio periodico di informazione insieme con un testo introduttivo scritto dalla responsabile de La Ginestra, che riportiamo qui di seguito. Il link per rintracciare e vedere il video è il seguente: https://www.progettouomo.net/
Attraverso il raccontare sé stesse, il loro vissuto di questi giorni, ai tempi del covid19, le donne ospiti della comunità terapeutica “La Ginestra” di Caltanissetta dell'Associazione “Casa Rosetta” generano ponti comunicativi, relazionali, di solidarietà sottolineando l'importanza del restare insieme e del restare uniti in un “luogo sicuro” quale la comunità.
La comunità terapeutica ha come scopo primario quello di creare collegamenti con la realtà ma che in questo momento è letta in maniera anomala a causa della condizione di emergenza causata dalle misure per il contenimento dell'epidemia da coronavirus.
Abbiamo temuto che per tante donne ospiti stare dentro la comunità, ferme, impossibilitate ad uscire, sarebbe stata una bella sfida, invece possiamo dire che sta andando meglio di quanto ci aspettavamo.
Il tempo insieme, dentro la comunità, è una cosa nuova, di solito siamo tutti di corsa in tanti posti diversi, pasti frettolosi, e invece eccoci a rallentare i ritmi, senza dubbio accomunati da un momento così particolare nella nostra storia. Forse qualcuno si meraviglierà, ma alla nostra comunità, in parte sta facendo bene – fermo restando la tragedia dell’evento – il “doversi” ritrovare a re-inventare il tempo comune. Rispettiamo le distanze di sicurezza e le precauzioni sanitarie, eppure cerchiamo di seguire insieme le notizie, le commentiamo a tavola, ci chiediamo l’un l’altro come stanno le rispettive famiglie.
Per contrastare l'emergenza, abbiamo invertito la rotta, piuttosto che organizzare eventi che ci consentissero di avvicinarci al territorio, noi siamo andati incontro alla realtà e abbiamo reinventato l'organizzazione interna ed esterna.
“L'emergenza è emergenza” e ci porta a ristrutturare profondamente la vita comunitaria e soprattutto la domiciliarità e quindi l'impossibilità per le ospiti di allontanarsi dalla struttura residenziale se non per motivi di estrema urgenza.
Nel video realizzato con la collaborazione delle ospiti, ci si sofferma sulla nostra “Filosofia” che aiuta ad entrare in contatto con noi stessi allo scopo di superare i propri limiti, facendo ricorso al bisogno di entrare in contatto con Dio e con altri uomini; attraverso il cambiamento che avviene solo quando la persona ha raggiunto un grado di completa disperazione. Solo allora sarà in grado di sperimentare l’illuminazione divina, unica salvezza; attraverso l'esperienza spirituale chiave che apre la porta al cambiamento e alla rinascita.
A questo punto le strategie operative messe in atto all'interno del luogo ospitante per ristrutturare la quotidianità della vita comunitaria hanno lo scopo di contrastare l'isolamento pur dovendo rimanere isolati.
Attualmente, con lo scopo di ridurre le distanze fisiche, psicologiche e affettive che la situazione impone, visto il permanere dello stato di quarantena e dell’impossibilità di avvicinare i figli alle loro mamme e continuare l’opera di sostegno nei confronti delle famiglie, l’equipe de“ La Ginestra” ha pensato, attraverso le nuove tecnologie, di attivare un programma di attività esperienziali in streaming che coinvolgano in contemporanea sia mamme e bambini e le famiglie come se fossero nello stesso luogo.
Queste attività saranno adeguate sia ai bambini e al contesto dove vivono che alle famiglie.
Abbiamo bisogno di sentirci fratelli e sorelle e di sostenerci nella fede quando abbiamo paura
In questi giorni ci stiamo incoraggiando a vicenda, “parlando” di Dio, della sua Provvidenza, della sua paternità, scambiandoci parole buone e di speranza e, i momenti di “prova” ci danno modo di rimettere al centro le cose essenziali ai quali crediamo.
“Metterei la paura dentro le conchiglie ed il rumore del mare dentro i cuscini” (A. Merini)
Citiamo Alda Merini perché la paura in questo momento è diffusa ma anche il grande senso di responsabilità e la determinata capacità di reagire, reinventarsi nel lavoro quotidiano che facciamo a sostegno delle persone fragili di cui ci prendiamo cura.
Vogliamo dare voce agli operatori invisibili che operano nel sociale e che ogni giorno garantiscono cure, riabilitazione, vicinanze, affetto e senso della vita. Siamo qui a dare voce alle nostre paure, ai problemi, ai cambiamenti, pronti a sostenerci reciprocamente e a comunicare ciò che facciamo nel tempo surreale e pauroso del coronavirus per lasciare traccia di umanità, senso di responsabilità, coraggio e creatività che sono gli ingredienti necessari nel lavoro sociale.
Emanuela Cutaia
psicologa, responsabile comunità La Ginestra di Casa Rosetta
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