Giorgio De Cristoforo, Presidente di Casa Rosetta:
La droga uccide. Opportuno un tavolo tecnico strutturato che coinvolga tutti i rappresentanti e le istituzioni del territorio
L’Associazione Casa Rosetta, che opera a Caltanissetta su vari fronti del disagio sociale ed ha qui anche due comunità per il recupero dalle dipendenze patologiche, ha diffuso questa nota:
“Un altro fatto di cronaca richiama l’attenzione sulle droghe a Caltanissetta. Il questore Emanuele Ricifari ha ben sottolineato come «il contesto di spaccio e la clientela selezionata fanno emergere una diffusione della droga in tutti gli ambienti anche quelli più elevati culturalmente e che più dovrebbero essere da guida a generazioni più giovani.” Le droghe creano dipendenza e uccidono, avvelenano trasversalmente le persone senza distinzioni di età e di ceto sociale, proiettano anche in tempi futuri lunghi devastazione e distruzione di tessuto sociale. Il problema non può essere affidato soltanto alle risposte investigativa e giudiziaria, che vanno certo apprezzate – è il caso dell’operazione della “mobile” dei giorni scorsi - e sostenute. Secondo il presidente Giorgio De Cristoforo di Casa Rosetta, è fondamentale anche un lavoro in sinergia con istituzioni, professionisti del settore pubblico e privato sociale, autorità giudiziarie, scuole, famiglie e forze sociali. “Soprattutto gli adolescenti hanno pochi strumenti per poter fronteggiare questa “attrazione” se alla base non c’è, da parte della società tutta, una presa in carico del problema, una corretta informazione ed una attività di prevenzione che scardini questa cultura alla normalizzazione dell’uso e abuso di sostanze.
Il dato che più inquieta, sottolinea Giorgio De Cristoforo – è l’aumento di morti per droga. In Italia nel 2019 (ultimi dati disponibili dalla relazione parlamentare sul fenomeno della tossicodipendenza) sono stati registrati 373 casi di decesso per overdose, l’11% in più rispetto lo scorso anno. Quasi 400 morti all’anno per droga, eppure non sono sufficienti per scuotere le coscienze. Non è sufficiente neanche sapere che 1 su 4 degli studenti dichiara di fare uso di sostanze illegali. Dati che la Relazione annuale del Parlamento ci dice essere in costante aumento.
E purtroppo la rete dei servizi pubblico e del privato sociale ci racconta anche di numeri ancora più grandi. Casa Rosetta – aggiunge il Presidente - riceve quotidianamente famiglie che ci chiedono aiuto per i propri figli, e parliamo di giovani anche di 12/13 anni che scoprono di avere problemi di dipendenza. La sensazione è che, in Italia, si sia abbassata notevolmente la percezione del rischio dell’uso di sostanze e questo è dovuto alla carenza di percorsi di prevenzione educativi strutturati. Per questo c’è necessità di risorse e di una chiara volontà ad investire territorialmente in questo settore per fermare e arginare conseguenze devastanti.
Nei nostri servizi per le dipendenze e parliamo solo di Casa Rosetta - evidenzia De Cristoforo - sull’utenza inserita nell’anno 2020, circa il 30% ha richiesto il trattamento terapeutico per cocaina e crack come sostanza di abuso primario, seguito dal 23% da eroina, dal 20% da abuso di alcol e dal 16% da dipendenza da gioco d’azzardo patologico”. Una tendenza che rispecchia i dati nazionali, dove l’abuso di cocaina e alcol fra i più giovani sta diventando un problema sociale a dir poco drammatico. Drammatico anche perché ancora sottovalutato o peggio ancora, ribadisce il Presidente di Casa Rosetta, percepito come “atteggiamento normale soprattutto fra i giovani”.
Casa Rosetta - mettendo ovviamente a disposizione le proprie strutture e le professionalità che vi operano - propone la costituzione di un tavolo tecnico strutturato che coinvolga in modo sinergico rappresentanti delle forze dell’ordine, dei SERD, dell’ufficio scolastico provinciale e delle istituzioni e associazioni del territorio per riflettere e per progettare in modo congiunto attività di prevenzione continuative, progetti e strategie orientate a contrastare il fenomeno delle dipendenze patologiche. Mettendo in relazione, e nell’unione delle forze e professionalità creando una comunità territoriale unita, possiamo meglio contrastare la diffusione delle sostanze e creare cultura della vita. Casa Rosetta si augura che la proposta trovi consenso e sostegno, e auspica in particolare attenzione e sensibile valutazione da parte del prefetto e del sindaco.
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