Giorno 12 Ottobre a Partinico e giorno 13 a Caltanissetta si è inaugurato in nuovo Anno Accademico 2018-19 del Corso di Laurea Triennale in Scienze dell’Educazione e della Formazione.
A Partinico, giorno 12, per l’occasione sono intervenuti la Prof.ssa Pina Del Core, Preside della Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione AUXILIUM di Roma; il Presidente del Corso di Laurea don Vincenzo Sorce che ha tenuto una Prolusione su Paolo VI e “L’umanesimo integrale”, l’Arcivescovo di Monreale Mons. Michele Pennisi e la Dott.ssa Mariella Ippolito, Assessore Regionale della famiglia, delle politiche sociali e del lavoro che con la sua presenza ha voluta essere vicina all’Associazione in questo momento importante. A Caltanissetta, giorno 13, oltre alla Prof.ssa Pina Del Core e a don Vincenzo Sorce era presente il Cardinale Paolo Romeo, arcivescovo emerito di Palermo.
Ripercorriamo questi giorni con le parole dei protagonisti di questo nuovo avvio del Corso di Laurea
DON VINCENZO SORCE
Ringraziamo il Buon Dio che oggi ci dà la possibilità di stare insieme e vivere questo evento così importante. Importante per l’Associazione, per l’Auxilium, per la nostra città, per il nostro territorio, per la nostra Chiesa. È molto bello che questo evento si svolge nel contesto del Sinodo. Noi ci sentiamo partecipi del Sinodo con i nostri giovani, i giovani delle nostre comunità. Spesso quando si parla di Pastorale, i nostri giovani sono ignorati perché per una visione riduttiva della Pastorale si pensa semplicemente a quei piccoli gruppi che frequentano le parrocchie, ma questa è una nostra parrocchia ed è una parrocchia bellissima dove i giovani attivamente partecipano alla vita della società e della Chiesa. Noi siamo contenti, perché i nostri giovani sono presenza viva della società e presenza viva della Chiesa.
Ringraziamo il Signore, ringraziamo la Provvidenza. Desidero ringraziare anche Pino Puglisi, il giudice Livatino e soprattutto oggi vogliamo vivere questa esperienza alla luce del Beato Papa Montini che domenica diventa San Giovanni Battista Montini, Paolo VI. Per noi questa è una cornice estremamente importante e dò il benvenuto a Lei, Eminenza, una presenza significativa, soprattutto per la sua amicizia con noi, con me. Lei è mio amico e amico di tutta l’Associazione “Casa Famiglia Rosetta”, grazie Eminenza. Ringrazio la Preside Giuseppina Del Core, della Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione AUXILIUM di Roma, con la quale già dall’anno scorso stiamo lavorando. Una bella presenza sul nostro territorio e a Partinico. Segnali importanti. A Partinico, ne parlano i giornali di oggi, hanno sequestrato 4 tonnellate di hashish e marijuana, pochissimi hanno detto che però, a Partinico c’è una presenza nuova, importante e culturale che si inserisce nel territorio per una testimonianza di una nuova cultura. Una cultura della legalità, ma soprattutto una cultura cristiana che mette al centro la persona. Un’esperienza che sta crescendo, a Partinico ci sono 42 nuovi iscritti che si aggiungono a quelli del primo anno e altri 50 qui a Caltanissetta. Una presenza che cresce di anno in anno, una presenza importante di giovani che studiano, di giovani che si confrontano, di giovani che riacquistano il gusto del sapere. La testimonianza di un giovane studente che mi ha detto: “Io ho fatto altre esperienze, in altre università, ma qui mi state donando il gusto del sapere”. Ecco, l’Associazione “Casa Famiglia Rosetta” che è al servizio dell’”Uomo Integrale”, dimensione insostituibile ed importantissima per la dimensione della cultura e perciò della formazione e perciò dello studio.
Ringrazio la Preside e l’AUXILIUM che hanno avuto fiducia in questo nostro progetto, che è il “Policlinico dei Servizi”. Questo è un modello importante perché c’è l’attività didattica e poi c’è l’attività sperimentale e di confronto delle nostre strutture dove si sperimenta e porta avanti un approccio globale al disagio. Questa è una peculiarità del nostro progetto, qui a Caltanissetta, dove dobbiamo tenere viva la speranza, dove nonostante tutte le difficoltà e i problemi. Voglio salutare tutti voi, e autorità, il Vice-Prefetto, il Comandate dei Carabinieri, la Finanza. Voglio salutare il Collegio dei Docenti, il Consigli di amministrazione della nostra Associazione, il rappresentante dell’Assessore La Galla, voglio ringraziare i docenti, gli studenti, i familiari. Voglio ringraziare i ragazzi del Servizio Civile, gli amministrativi e tutti quelli che hanno preparato questo evento. In modo particolare voglio ringraziare gli operatori e i ragazzi e le ragazze delle nostre comunità, che sono una presenza viva di una umanità che cambia, che si rinnova, che realizza il concetto dell’”Uomo Integrale” della nostra Associazione. Voglio ringraziare con affetto don Pino D’Anna che è stato mio alunno in Seminario, mio collega all’Istituto di Teologia e adesso è Preside dell’Istituto Teologico di Caltanissetta, ti ringrazio Pino per essere qui con noi. Ringrazio tutti voi che siete qui per esprimere la nostra volontà di un cammino da portare avanti, per esprimere la nostra volontà di seguire gli insegnamenti di Paolo VI, per esprimere la volontà di fare crescere il gusto del sapere, perché laddove c’è la cultura, non c’è la violenza e non c’è la mafia. Laddove c’è la cultura, al c’è il messaggio di Cristo, di Dio e della Chiesa. Benvenuti a tutti voi.
PRESIDE GIUSEPPINA DEL CORE
Buongiorno a tutti. Sono io che devo ringraziare don Vincenzo e anche Sua Eminenza per la Sua presenza qui. Stiamo diventando di casa qui a Caltanissetta. Abbiamo iniziato questo bel rapporto di collaborazione e ormai sono già tre anni. Prima abbiamo iniziato a conoscerci attraverso la possibilità di ideare e organizzare dei Master specialistici, fino a che abbiamo finalmente potuto realizzare il sogno di mettere su un Corso di Laurea per Educatori Professionali. Siamo noi, della Facoltà di Scienze dell’Educazione Auxilium a ringraziare voi, perché ci sentiamo onorati di poter dare una piccola mano, un piccolo contributo a questa opera “polivalente”, non è solamente un’opera al servizio della gente e di tanti destinatari che hanno particolari bisogni, ma in questo caso al servizio dell’educazione e della formazione. Questo Anno Accademico, che già l’anno scorso ha dato un’ottima risposta in termini di iscritti, quest’anno abbiamo avuto un incremento arrivando a 93 iscritti globalmente tra le sedi di Caltanissetta e Partinico. Ma la cosa più bella, questo devo dirlo… prima di accettare una collaborazione con l’Associazione “Casa Famiglia Rosetta” e in particolare col la “Fondazione Alessia”, noi abbiamo dovuto fare una richiesta alla Santa Sede, perché siamo una Facoltà Pontificia, che doveva ratificare questo tipo di collaborazione in modo tale da poter, poi, offrire un contributo anche attraverso dei diplomi, diplomi di Laurea. Già dalla prima visita e dalla prima valutazione, sono emersi degli elementi di qualità, io direi veramente notevoli e di altissima qualità. Io stessa mi ero meravigliata del fatto che, proprio nel cuore della Sicilia, fossero nate queste esperienze e questi servizi portati avanti non solo col cuore e con la passione educativa, filantropica o meglio ancora con una passione di carità, ma veramente portati avanti con professionalità. Abbiamo notato fin da subito che era chiara la missione ed era chiara l’identità istituzionale di questa opera. Chiara nella consapevolezza, chiara negli obiettivi, ma chiara anche nelle realizzazioni. In secondo luogo, l’enorme e il profondo bisogno di formare in profondità gli operatori. È stata questa la nostra considerazione che ha portato poi a chiedere la possibilità di istituire un corso di laurea per formare educatori professionali. Sicuramente abbiamo anche notato che l’anno scorso il corpo docente, era già qualificato, preparati come docenti nella loro materia, ma abbiamo anche notato una bellissima sinergia e quasi da poter fere le premesse per una multidisciplinarità proprio in vista della formazione di un profilo professionale specifico che era l’educatore. Quest’anno il corpo docente si è allargato, perché ovviamente avendo cominciato il secondo anno. Un altro elemento importante, che abbiamo notato, è stato l’apertura e quindi anche la flessibilità e la disponibilità a rispondere a quelle che sono le istanze nuove, naturali, che emergono e in questo caso formative perché è appena stata istituita, elaborata, una proposta di legge che riconosce la figura dell’educatore professionale e del pedagogista, ed è stata fatta la richiesta non solo di un corso di laurea per educatori sociali, cioè nel campo socio-pedagogico, ma anche per educatori nei servizi dell’infanzia e per educatori nei servizi scolastici e formativi. Immediatamente questa istanza è stata colta, non solo dalla nostra Facoltà a Roma, per cui abbiamo poi modificato la nostra offerta formativa, ma subito anche Caltanissetta e Partinico hanno risposto di sì a questa proposta. L’anno accademico parte con questi nuovi tre indirizzi, già al secondo anno si avrà la possibilità di fare una scelta tra questi tre indirizzi. La cosa che colpisce di più e in qualche modo dà speranza in uno scenario formativo, ma anche legislativo che in questo periodo storico favorisce la figura dell’educatore, è che quasi tutti gli studenti che in questi anni si sono laureati all’Auxilium, hanno trovato lavoro. Il problema dei giovani è un problema di futuro ed è un problema di lavoro… hanno trovato lavoro perché la domanda c’è. Qui siamo in una situazione un po’ particolare, perché molti operatori che già lavoravano, hanno sentito il bisogno di migliorare la loro competenza professionale e la loro formazione fino ad arrivare appunto ad una Laurea. Il bisogno di formarsi come educatori sta moltiplicandosi e sta diventando, io direi, una vera e propria vocazione, perché per fare l’educatore ci vuole una vocazione, ci vogliono moltissime competenze e una formazione personale molto elevata proprio perché si ha a che fare con l’umano, qualche volta anche con l’umano sofferente, degradato, con l’umano che ha delle difficoltà e fa fatica a vivere e chi deve accompagnarlo, fare da tutore a queste persone, ha bisogno di una personale crescita in modo tale di essere in grado non soltanto di utilizzare delle tecniche, ma di essere una persona capace di accostarsi al dolore, alla sofferenza umana. Avere un profondo senso del vivere, della cultura della vita. Allora in questo senso direi che questa esperienza ci dà una grande speranza, pure trovandoci in una società così difficile, in un momento critico dal punto di visa di una crisi della democrazia, della libertà… ma ciò che dà speranza e che dà futuro è proprio vedere la possibilità che c’è qualcuno che crede nell’educazione, che crede nella formazione di educatori che sicuramente daranno un contributo per rompere questo cerchio e dare speranza per il futuro. Papa Francesco dice che l’educazione è un atto di speranza, perché guarda al futuro e parlando di Università disse “se queste aule dell’università, se questi corridoi, quest’ambiente dell’università potesse offrire e generare speranza negli studenti, questo sarebbe un successo grande”. Questo è l’augurio che ci facciamo, all’Associazione, agli studenti e a tutti quanti noi che crediamo nell’educazione.
MONS. MICHELE PENNISI
Buongiorno. Come Arcivescovo di Monreale e Vescovo Delegato della Conferenza Episcopale Siciliana per l’Educazione Cattolica, la scuola e l’Università, sono lieto di prendere parte per la seconda volta all’Inaugurazione di questo Anno Accademico 2018-2019. Porgo un rispettoso saluto a tutte le autorità presenti e un vivo ringraziamento alla Preside Professoressa Giuseppina Del Core e al Direttore del Corso don Vincenzo Sorce, che alla vigilia della Canonizzazione di Papa Paolo VI terrà la Prolusione dal titolo “L’Umanesimo Integrale di Paolo VI”. Come sapete Paolo VI è stato colui che in Italia ha fatto conoscere l’opera di Maritain, “L’Umanesimo Integrale”. Maritain, parlando di educazione, dice che l’educazione non consiste soltanto nell’insegnamento e nell’apprendimento, ma consiste in una educazione alla vita e un’educazione ad affrontare anche le sofferenze. L’educazione come formazione integrale dell’essere umano, in tutte le sue sfaccettature, investe una particolare importanza e urgenza di fronte alla emergenza educativa, che costituisce una delle principali emergenze del nostro paese.[…]L’educazione va messa al centro dell’attenzione dei singoli, delle comunità locali, dello Stato, della Comunità Internazionale. È quindi importante la formazione di operatori qualificati nel campo dell’educazione, per cui gli educatori che vengono preparati da questa Facoltà, si occupano in modo particolare anche di situazioni di disagio, di emarginazione, di situazioni conflittuali di natura interpersonale o familiare.[…]L’Associazione “Casa Famiglia Rosetta” è un partner importante nell’Arcidiocesi di Monreale e consente a Partinico di fornire diversi servizi[…] Sono lieto che quest’anno il numero degli alunni è aumentato e porgo un fervido augurio a tutte le persone e le Istituzioni coinvolte in questa avventura educativa ed in particolare al Direttore del Corso e a coloro che coordinano l’attività didattica, ai docenti e a voi studenti, destinatari privilegiati di questa Facoltà.
CARD. PAOLO ROMEO
Ringrazio il Signore che mi dà questa opportunità, che mi accompagna, così come può accompagnare l’intraprendente don Vincenzo…
Padre Vincenzo parlava dei giovani. “Voi siete la Chiesa giovane e che spera” diceva Papa Giovanni Paolo II, è da qui che abbiamo il testo di Papa Francesco che ci invita all’ascolto, nel Sinodo di questi giorni che si sta svolgendo a Roma, si è dato molto spazio all’ascolto dei giovani. Non solo per conoscere le loro problematiche e adeguare un’azione pastorale a tutto questo, ma soprattutto per vedere che Chiesa e che cosa vi aspettate voi giovani dalla Chiesa, dagli uomini di Chiesa, da noi adulti, che forse stiamo fallendo in qualche cosa sul quale sono riusciti i nostri padri e che è la trasmissione della fede. La trasmissione dei valori, la trasmissione di quello che è il patrimonio che ci identifica nella nostra cultura e nella nostra identità. Ci siamo conosciuti con Padre Vincenzo che io lavoravo in America Latina, poi negli anni che ero a Roma e così, di tanto in tanto ci incontrammo e devo lodare la tenacia, questo va confermato dalle difficoltà che incontra non soltanto sul piano amministrativo, con le autorità civili e l’insensibilità, ma anche nel settore ecclesiastico, per esempio i tentativi con la Lumsa, ma Padre Vincenzo non si è fermato per questo ed oggi viviamo questa data molto significativa frutto di un cammino che è stato condotto prima nel nascondimento e che adesso sta affiorando. Alla tenacia di Padre Vincenzo c’è la disponibilità dell’AUXILIUM, che ha aperto un dialogo, che è andata avanti, che ha visto un luogo di servizi e qui, ancora una volta un gesto concreto che deve servire anche a noi, di quello che dice Papa Francesco: “Andare nelle periferie”. Auxilum non è venuta a prendersi alunni per portarli a Roma, Padre Vincenzo non è andato a cercare dei fondi per mandare degli studenti a prepararsi… Qui, nel terreno, è la periferia, perché geograficamente siamo una periferia, Caltanissetta è una periferia, Partinico è una periferia. Ecco che cosa significa Papa Francesco che ci invita non a prendere le persone e a portarle al centro, ma di andare nella periferia e rendere servizio in quel luogo. E quindi, permettetemi, che mi riferisca alla figura di Paolo VI, la missione che lui ha svolto non soltanto nella nostra patria, ma anche su quello che poi è stato il magistero di pastore della Chiesa universale. I suoi orizzonti si sono aperti e la sua voce, il suo bastone di guida e timone della barca di Pietro, non è stata per portarla in porto, ma per farla navigare sulle vie del Mondo. Vorrei dare soltanto qualche elemento, che nasce anche dalla relazione personale con Paolo VI. Io ho iniziato il mio servizio alla Santa Sede con Paolo VI e gli ultimi due anni del suo pontificato mi hanno fatto rientrare a Roma e ha voluto che l’accompagnassi in tutte le problematiche dell’America Latina, e questo mi ha permesso di andare a scavare le radici di Paolo VI. Non tutti sanno, anche perché lo si riteneva un “topo d’ufficio”, perché viveva nascosto negli uffici, viveva consacrato negli uffici, che aveva una buona memoria. Quando a noi eravamo negli archivi e lui diceva “cercate questa pratica”, e noi non la trovavamo, lui conosceva personalmente la posizione di quel documento. La scuola dove Paolo VI ha imparato la sua sensibilità, la sua attenzione, il suo impegno per la persona umana, è stato nei lunghi anni che come sostituto della Segreteria di Stato, accanto a Pio XII, ha potuto vedere l’oltraggio che si recava alle persone umane nei sistemi dittatoriali. Ha potuto vedere cosa succedeva con la Shoah. Ha potuto vedere cosa succedeva nei Lager e lo ha fatto nel nascondimento con una grande operosità. Oggi si accusa molto la Chiesa di non avere parlato, o di non essere stata sufficientemente attiva. Paolo VI, durante il periodo in cui venivano deportati gli ebrei, si interessava di migliaia di persone. C’era un signore che si chiamava Abramo Giacobbe Isaia Levi, era un ebreo, abitava in una residenza in via Po, vicino l’Università e là c’era un cappellano, Abramo Giacobbe Isaia Levi attraverso il cappellano Sergio Diniegoli, diceva “Stanno prendendo questa famiglia, andranno a prelevare queste persone” e lui immediatamente parlava con Montini… Così sono state salvate migliaia di ebrei a Roma. E questo Abramo Giacobbe Isaia Levi ha voluto lasciare la sua casa di Roma per la residenza a Pio XII come ringraziamento per tutto quello che il Papa aveva fatto per gli ebrei. Mi ricordo quando l’ambasciatore di Israele veniva a salutarmi, l’americano americano che era ebreo pure lui e mi chiedevano di spiegare come mai la casa di un ebreo fosse andata alla Chiesa Cattolica. E io rispondevo: “Signor Ambasciatore, lei non conosce forse le pagine del Vangelo… Gesù guarì dieci lebbrosi, torno uno a ringraziare, gli altri nove non sono venuti… Ci ha ringraziato perché ha visto quello che la Chiesa stava facendo”. E così (Paolo VI) ha potuto organizzare… dipendevano direttamente da Montini, questi uffici dove si cercavano i dispersi in Russia, dove si voleva sapere dove erano finiti, migliaia di lettere, migliaia di figli angosciati, di mogli, di padri, di madri e ha potuto veramente sentire nella sua vita il grido della sofferenza dell’uomo quando viene oltraggiato nella sua dignità umana. Poi va a Milano, e lì si sta “cuocendo” quello che poi viene a galla nell’anno ’68… questa sofferenza, questo germinare di una nuova cultura. E il suo impegno è dire “Attenzione, se noi prestiamo attenzione alla persona non possiamo dividere la sua problematica umana e civile da quello che è il suo spirito”, e per questo il primo documento che farà da Sommo Pontefice è “Ecclesiam Suam”. Riprendeva un poco quello che diceva Pio XII: “Tutto è perduto con la guerra, niente si perde con il diavolo”… pensiamo a tante tragedie familiari , pensiamo a tante situazioni civili, alle relazioni… niente si perde col diavolo. Papa Francesco dice “dobbiamo creare ponti”… tutto si perde con la guerra, non possiamo costruire ponti fuori le mura e si parla che non c’è più ascolto neanche all’interno della stessa cellula della Chiesa e della società… Ci chiudiamo, anche perché l’insicurezza ci porta a mettere allarmi, barriere, a guardare chi incontriamo per la strada… non so come vivere la pagina del Buon Samaritano, quando tutti i giorni di paura dell’altro viene ad assalirmi, come faccio a guardare un fratello che ha bisogno… Scappo! Ed è una società che sta scappando chiudendosi in se stessa. Paolo VI si interroga, lo traduce poi, facendo sintesi del Vangelo, nel Concilio, portando avanti questa sintesi tra Evangelizzazione e promozione umana. Non esiste Vangelo se non promuoviamo la dignità dell’uomo. E qui voglio un applauso per all’iniziativa di Padre Vincenzo e alla disponibilità dell’Auxilium sull’urgenza dell’educazione. Cari amici, tutti i parametri sono cambiati: è cambiata la famiglia, sono cambiati i mezzi di comunicazione sociale, il mondo è diventato un piccolo cortile e in questo piccolo cortile, non solo ci sono gli operatori di pace, ma ci sono anche gli operatori di guerra, ci sono quelli che vengono a speculare, ci sono quelli che approfittano della fragilità umana e così si arricchiscono. Vedete, fratelli e sorelle, bisogna risituare la figura dell’educatore, bisogna equipaggiarla di fronte alla cultura che sta cambiando… la cultura sono i comportamenti e quindi non è sufficiente pensare “Ah! Un tempo… Ah! Una volta”, bisogna operare in quello di oggi. Per questo applaudo all’iniziativa di Padre Vincenzo. Domani non posso mancare alla canonizzazione di Paolo VI e accanto a lui Romeo, persona anche lì, che nella periferia ha lottato per la dignità umana. In tempi diversi ha potuto gridare chiaro gli oltraggi che si facevano alla persona umana. Ogni settimana leggeva una lista dei nomi delle persone uccise o scomparse e questo non si perdonava… così come non si perdonava a Pino Puglisi, a Palermo, così non si perdonava a Livatino che portava avanti la giustizia. Proprio la settimana scorsa in una tavola rotonda dicevo al procuratore Teresi: “La storia Cristiana, la storia di Fede, che ha formato la persona umana e la fedeltà alla missione propria, la storia di Pino Puglisi è iniziata nello stesso Fonte Battesimale dove è iniziata la storia di Paolo Borsellino. Sono stati battezzati nello stesso Fonte Battesimale. Noi siamo stati battezzati nel Cristo, a ognuno di noi sta il compito di rispondere alla fedeltà e all’impegno nelle missioni che il Signore ci offre, non rimanendo in sordina, ma essendo veramente operatori di pace, di giustizia, di fratellanza e di solidarietà”.
Galleria Fotografica


































